RifLeggendo

L'autore racconta cosa c'è nel suo cuore e nella sua memoria, l'editore vende il racconto nel modo che gli sembra più adatto a quella storia o a quel pubblico, il lettore percepisce la storia secondo ciò che ha nel cuore e nella memoria. A volte lettore - editore - autore si incontrano per parlare del libro che non appartiene più a nessuno ma ha una vita sua. Mille riflessioni possono nascere dalla stessa lettura, uguali e contrastanti per questo le chiamo RifLetture che sono altro dalle recensioni. Chi recensisce giudica, io non sono all'altezza di giudicare ma sicuramente posso riflettere nelle letture: RifLeggendo condivido qui.

martedì 8 ottobre 2013

Due chiacchiere con Magia

Oggi conosciamo Mariagiovanna Rosati Hansen che io ho incontrato per la prima volta intorno al 1999 e che chiamavamo Magia … e magia fu! Mariagiovanna Rosati Hansen formatasi giovanissima con maestri quali P. Brooks, J. Gielgud e J. Grotowskj; è attrice, autrice, regista, insegnante e direttrice di un'importante scuola internazionale di teatro (l'Istituto Teatrale Integrato)… chi è in parole povere Mariagiovanna?
In parole veramente povere: quest’anno festeggio 50 anni di vita nel Teatro…. e ne ho 65. Ho iniziato professionalmente a Londra, in Italia sono tornata solo per motivi… di cuore. Il Teatro per me è un mezzo per vivere, per vivere meglio, per far vivere meglio chi lo vive con me. Mi piace “fare teatro” come attrice, come regista, come insegnante, come counselor …. e come madre (di una figlia speciale, insegnante di teatro nella scuola elementare dove è Maestra) e queste parti sono integrate tra loro.
Il Teatro è sempre un’avventura degna di essere vissuta anche quando è negativa – e quando lo è non lo è mai a causa del teatro, ma delle persone che ne travisano l’essenza reale, che lo usano per scopi narcisitici e opportunistici- Il Teatro vuole essere amato, rispettato, vissuto fino in fondo. Vuole essere fonte di gioia e non di fuga, vuole essere mezzo di conoscenza profonda di sé, ma anche e soprattutto gioco…. E tanto altro.
Le domande sono molto semplici e mirano a integrare una rubrica che si chiama “Il personaggio” sul quale so che tu puoi dire molto. Cosa è per te il personaggio rispetto al testo?
Per un Attore il Personaggio è sempre un mezzo che per analogia o per contrasto ci porta a conoscerci meglio. Rispetto al testo, sia che sia un protagonista, sia che sia un personaggio “ponte”, è colui che “serve la storia” affinché questa possa snodarsi ed inviare il messaggio dell’Autore. Per personaggio “ponte” intendo tutti quei personaggi che hanno una vita breve all’interno del testo, ma che sono indispensabili allo svolgersi della storia al pari dei protagonisti.
Come nascono i personaggi dell’autrice Mariagiovanna? Come si sviluppano?
Ho scritto poco per il teatro e ho sempre attinto alle mie esperienze personali, ovviamente lavorando molto di fantasia  . Va da sé che i miei Personaggi si sviluppano all’interno di situazioni già vissute anche se rivisitate in maniera paradossale e molto ironica. Non sia mai “prendersi sul serio”!
Quando sei regista, che rapporto hai con il personaggio-attore? Quali sono le maggiori difficoltà che affronti nell'incontro regista-personaggio-attore?
Come regista - e confesso che già da alcuni anni questa parte del mio “fare Teatro” ha preso sempre più piede, professionalmente parlando,e mi diverte sempre di più – lavoro soprattutto CON gli Attori e con la loro visione del Personaggio. Non sono una Regista che “dirige il traffico” bensì mi diverto con i miei attori entrando nella storia dei loro personaggi con loro. Praticamente interpreto tutti i personaggi in scena  è una bella fatica, ma che allegria! Per me il rapporto creativo con i miei attori è indispensabile: i miei attori non sono burattini nelle mie mani, ma collaboratori creativi. E’ indispensabile, però, che ci sia armonia in compagnia e devo dire che questo è il primo obiettivo che mi pongo. Infatti tutte le mie prove, specialmente quando gli attori non si conoscono tra loro, inziano con…. delle belle mangiate al ristorante! Solo dopo che hanno socializzato tra loro e ovviamente con me, inizio le prove mantenendo sempre viva la gioia di vivere questa avventura insieme. Ridiamo molto, soffriamo con i nostri personaggi, ma ci divertiamo molto. Il feedback più bello di uno dei miei attori (che tra l’altro è venuto dalla Polonia per lavorare con me) è stato quando mi ha detto “forse è la prima volta che mi dispiace smettere le prove per andare a svagarmi (visitando Roma) e non vedo l’ora di ricominciare”.
Le difficoltà sono di conseguenza forse soltanto quelle relative alla ricerca continua e costante rispetto al testo ed al carattere dei Personaggi.
Qual è stato il personaggio in assoluto che hai preferito nella tua vita? E quello che più di tutti hai odiato?
Non ho odiato nessun Personaggio che ho interpretato, del resto se lo odi significa che lo hai giudicato e credo che non si possa interpretare un Personaggio se lo si giudica! I personaggi che ho amato particolarmente sono molti e forse me ne dimentico anche più di qualcuno. Ricordo l’incontro con Giulietta – ero ancora a Londra e avevo 17 anni… - l’impatto emotivo con Donata in “Trovarsi” di Pirandello – mi mandò in crisi esistenziale  …- ma anche molti altri personaggi che mi hanno fatto crescere non solo professionalmente.
Ti è mai capitato di essere attore con un personaggio creato da te ma diretto da altri? Ci racconti le difficoltà di questa esperienza?
Quando ho portato in scena il Personaggio di un’attrice in “la mia vita nel teatro” con la regia di Massimiliano Vado, non ho avuto particolari difficoltà se non quelle di dovere , in un certo senso…. interpretare me stessa. Massimiliano Vado è stato un regista funzionale e dolcissimo e da questa esperienza la nostra amicizia ne è uscita rafforzata.

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