RifLeggendo

L'autore racconta cosa c'è nel suo cuore e nella sua memoria, l'editore vende il racconto nel modo che gli sembra più adatto a quella storia o a quel pubblico, il lettore percepisce la storia secondo ciò che ha nel cuore e nella memoria. A volte lettore - editore - autore si incontrano per parlare del libro che non appartiene più a nessuno ma ha una vita sua. Mille riflessioni possono nascere dalla stessa lettura, uguali e contrastanti per questo le chiamo RifLetture che sono altro dalle recensioni. Chi recensisce giudica, io non sono all'altezza di giudicare ma sicuramente posso riflettere nelle letture: RifLeggendo condivido qui.

martedì 17 giugno 2014

I sopravvissuti non perdano mai la fiducia da Massimo Gramellini

Leggere è leggere, anche un articolo si legge e quando suscita in te qualcosa di intenso vale la pena condividerlo. Massimo Gramellini è un giornalista e uno scrittore che io ho scoperto da poco. Non sono in grado di dirvi se mi piace perché sto ancora osservando i suoi titoli e le critiche ma vi posso dire che mi sembra una puzza che profuma di buono. Oddio che espressione meno male che io sono nessuno e lui non mi leggerà mai.
Leggere e riflettere, Rifleggere non soltanto libri ma anche articoli ed è proprio questo il caso. Vi propongo un articolo che secondo me fa riflettere. Un uomo che fa riflettere sui femminicidi e sui figlicidi (si dice? mamma mia che brutta figura). Grazie Stefania G. per averlo condiviso. Mi interessa, lo leggo e lo trovo molto interessante e quindi di seguito vi riporto un estratto e il link del suo articolo apparso su La stampa editoriali del 17.06 2014 (oggi). Buona lettura (attenzione perché certe cose non si dicono che non fa bello).
L’avvertenza è d’obbligo: non è che tutte le famiglie siano come quelle che la cronaca nera spinge in avanti come sentinelle del nostro smarrimento. Non siamo diventati all’improvviso un popolo di assassini di ragazzine e sgozzatori di parenti prossimi. Chi varca i confini del delitto è sempre un estremista, però si muove in un contesto sociale che non ci è estraneo. La famiglia: luogo di convivenza forzata, culla e tomba di passioni, ma anche fabbrica di interessi e produttrice inesausta di misteri. Come autore di un romanzo a sfondo familiare mi è capitato di ritrovarmi depositario delle confidenze intime di lettrici e lettori che mi hanno fornito un catalogo impressionante di tutte le meraviglie e gli orrori che la cellula della società umana riesce a produrre: complessi, rancori, scoperte tardive, agnizioni, invidie, gelosie e bugie, tantissime bugie. A fin di bene, a fin di male, a fin di niente. Si vive dentro una bolla di non detti, si accumulano tensioni e illusioni e poi si esplode, per fortuna non sempre con gesti da codice penale, ma in modi comunque feroci che fanno vacillare le certezze. Ad esempio che ci si possa fidare almeno delle persone con cui si condividono le mura di casa.
Leggi l'articolo intero.

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