RifLeggendo

L'autore racconta cosa c'è nel suo cuore e nella sua memoria, l'editore vende il racconto nel modo che gli sembra più adatto a quella storia o a quel pubblico, il lettore percepisce la storia secondo ciò che ha nel cuore e nella memoria. A volte lettore - editore - autore si incontrano per parlare del libro che non appartiene più a nessuno ma ha una vita sua. Mille riflessioni possono nascere dalla stessa lettura, uguali e contrastanti per questo le chiamo RifLetture che sono altro dalle recensioni. Chi recensisce giudica, io non sono all'altezza di giudicare ma sicuramente posso riflettere nelle letture: RifLeggendo condivido qui.

domenica 1 marzo 2015

walden, ovvero Vita nei Boschi di Henry D. Thoreau. RifLettura finale

Ai malati, i dottori consigliano giustamente di cambiare aria e luogo. Grazie al cielo, qui non c'è tutto il mondo. L'ippocastano non cresce in New England, e il merlo poliglotta è piuttosto raro. L'oca selvatica è più cosmopolita di noi: essa fa colazione in Canada, pranza nell'Ohio, e si liscia le penne per la notte in un  bayou del sud. Anche il bisonte si tiene a pari con le stagioni, in qualche modo; infatti, esso pascola nel Colorado solo finché un'erba più verde e più dolce non l'attende presso lo Yellowstone. Tuttavia noi crediamo che, abbattute le siepi e alzati mucchi di pietre attorno alle nostre terre, si sia posto il limite della nostra vita e deciso il nostro destino.
In questo viaggio all'interno del mondo di Thoreau ho raccolto il grido della classe operaia, quell'insieme sociale di persone che si trasformano in macchinari perché il lavoro nobilita l'uomo, e così facendo curano gli interessi altrui giustificando la propria sottomissione immedesimandosi nella classe di appartenenza, una classe povera, bisognosa, sfruttata ma unita e felice, stanca ma soddisfatta di lavorare e non sfruttare e spesso aggressiva e/o violenta in silenzio, in casa, con i più deboli.
Sì, perché in fondo in fondo, non è meglio fare il contadino? Lavorare la terra e mangiare il frutto scaturito dal proprio operare che lavorare come un robot per arricchire perbenisti che sfruttano il prossimo insegnandogli ad essere più educato?
E dunque se da una parte è necessaria una forte unità per liberarsi dalla prigionia, dall'altra è proprio questa unità che ci imprigiona.
Una massa per la ribellione, una classe per la prigione.

Ma tutto il mondo è paese e l'uomo è uomo a est e a ovest, a nord e a sud e l'uomo nasce, cresce e muore in ogni dove. Mangia, ama, odia, vive, gioisce e bestemmia in tutte le lingue. Allora forse per crescere, per liberarci dalla prigionia, per comprendere in che modo diventiamo schiavi, forse, è opportuno conoscere la natura e se stessi. Stabilire una connessione con se stessi e poi con il mondo naturale che ci circonda.
Questa connessione crea una conoscenza trascendentale che ci appartiene, e che sposta il limite del nostro orizzonte, oltre la siepe di casa.
Troppo spesso forse l'uomo dimentica che esso stesso è la natura, esattamente come le piante, i cieli e i mari e ... gli animali. L'uomo non inquina la natura, non uccide gli animali; distrugge se stesso!
Sapere che sappiamo ciò che sappiamo e che ignoriamo ciò che ignoriamo è l'unica saggezza possibile.
La consapevolezza di noi stessi e del mondo che ci circonda.

Filogenesi e ontogenesi vanno a braccetto. Microcosmo e macrocosmo. Se ci soffermiamo sul macrocosmo che ci ipnotizza, ci trascina nel vortice, ci fa desiderare ... dobbiamo anche trovare il tempo di ascoltare, osservare, comprendere il microcosmo, solo allora potremo rinnovarci come è salutare che sia. Per questo la lettura e la condivisione sono importanti.
La lettura è un mezzo per conoscere il mondo che non si può raggiungere a piedi, un mezzo per confrontarsi e condividere che fa crescere.
Solo in un percorso di crescita le illusioni spariscono e si rompono come una bolla di sapone in cielo, dando spazio ad una nuova visione delle cose, una nuova visione della vita.

Con questa ultima rifLettura chiudo la chiudo la lettura di Walden, ovvero Vita nei Boschi di Hnery D. Thoreau.

Rispetto alle mie personali rifLetture sorrido e vi chiedo: perché mi scrivete in privato e non commentate in pubblico? È davvero così difficile regalare ad altri le vostre riflessioni?
Io non sono un professore, né un critico, né un letterato con laurea ad honorem ... semplicemente leggo i libri che mi colpiscono a racconto cosa vedo, cosa sento, cosa leggo ... anche sbagliando!

Alla prossima rifLettura condivisa!

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