RifLeggendo

L'autore racconta cosa c'è nel suo cuore e nella sua memoria, l'editore vende il racconto nel modo che gli sembra più adatto a quella storia o a quel pubblico, il lettore percepisce la storia secondo ciò che ha nel cuore e nella memoria. A volte lettore - editore - autore si incontrano per parlare del libro che non appartiene più a nessuno ma ha una vita sua. Mille riflessioni possono nascere dalla stessa lettura, uguali e contrastanti per questo le chiamo RifLetture che sono altro dalle recensioni. Chi recensisce giudica, io non sono all'altezza di giudicare ma sicuramente posso riflettere nelle letture: RifLeggendo condivido qui.

lunedì 3 novembre 2014

Gabriel García Márquez - I funerali di Mamá Grande

Finalmente dieci minuti di completo relax. Dopo aver corso sulla spiaggia a perdifiato con i miei figli mi sono concessa una pausa per Rif-Leggere un po' con Gabriel García Márquez.
Sdraiata sul telo da mare e con i piedi nudi immersi nella sabbia bollente, il 2 novembre 2014, mi sono letta La prodigiosa sera di Baltazar da I funerali di Mamá Grande di Marquez. Non lo leggevo da anni, credo di averlo comprato nel 1996 (quasi vent'anni fa. Brrrr. Mi vengono i brividi).

Capita spesso che quando si parla di libri qualcuno chiede: "Cosa avrà voluto dire l'autore?". Io amo porre questa domanda solo dopo aver letto il libro almeno una volta ed essermi chiesta: "Cosa mi sta dicendo questo libro?".  Dopo aver Riflettuto su cosa mi dice il libro mi domando cosa abbia voluto dire l'autore. Per me il libro è un dono che l'autore ci fa per entrare in contatto con noi stessi e i mille mondi, lontani e vicini, a cui apparteniamo e dunque preferisco leggerlo senza andare a cercare qualcosa di specifico ma lasciando il mio animo in attesa di una sensazione. Quando quella sensazione emerge la ascolto e a volte rifleggo le righe dove è emersa, e la conservo. A volte non emergono sensazioni e di solito non parlo di libri vuoti per me.

Dunque, La prodigiosa sera di Baltazar da I funerali di Mamá Grande di Marquez. 
Chi sono io mentre leggo questo libro?
È un gioco che faccio spesso, prima di iniziare la Rif-Lettura stabilisco chi sono: una mamma, una donna che riflette sulla condizione umana, una traduttrice, una blogger, una lettrice professionista, una moglie?
Che tipo di persona sono?
Una mamma stanca, una mamma allegra, una moglie preoccupata, una moglie premurosa, una professionista in carriera, una donna arrabbiata, una donna in pace con il mondo? Una volta stabilito chi sono, inizio la lettura. Si perché lo stesso libro, a seconda di chi lo legge, regala sentimenti ed esperienze diverse. Così immaginate di sentir pronunciare le seguenti parole tratte dal racconto su menzionato da una moglie apprensiva che spinge il marito con amore verso la sua carriera, o da una moglie stanca del marito buono a nulla che spazientita lo spinge a guadagnare di più.
Quando baltazar si alzò dalla siesta, Ursula gli aveva stirato i pantaloni e una camicia, li aveva messi su una sedia vicino all'amaca, e aveva portato la gabbia sul tavolo della sala da pranzo. La ammirava in silenzio.
"Quanto ti farai pagare?" chiese.
"Non lo so," rispose Baltazar.
"Chiederò trenta pesos per farmene dare venti."
"Chiedi cinquanta," disse Ursula. "Hai dormito poco in questi quindici giorni. E poi, è proprio grande. Credo che sia la gabbia più grande che ho visto in vita mia."
Baltazar cominciò a radersi. "Credi che mi daranno cinquanta pesos?"
"Cinquanta pesos sono niente per don Chepe Montiel, e la gabbia li vale," disse Ursula. "Dovresti chiederne sessanta."
Chi legge fa la differenza. Io in questo momento mi sono sentita una traduttrice che legge e sono dispiaciuta di non avere la versione originale in lingua (ma conoscendomi non tarderò a procurarmela). Non avendo il testo originale non sono in grado di stabilire se la traduzione di Enrico Cicogna, quella in mio possesso, mi piace oppure no. Posso però dire che leggendo da moglie, il testo mi piace e mi colpisce. Da traduttore noto che nel testo dialogato la punteggiatura di chiusura viene inserita all'interno delle virgolette, mentre io di solito la inserisco esternamente alle virgolette.  In fondo, però, stiamo parlando di dettagli perché a questo punto dovremmo chiederci se il traduttore ha scelto l'aderenza al testo dell'autore, se è proprio lo stile del traduttore, se è una scelta di stile dell'editore piuttosto che del traduttore ... e io non ho la possibilità di rispondere a tutte queste domande.
Un momento dopo, sdraiato in strada, si accorse che gli stavano sfilando le scarpe, ma non volle abbandonare il sogno più bello della sua vita Le donne che passavano per la messa delle cinque non osarono guardarlo, credendo che fosse morto.
A quanti di voi si è stretto il cuore con questa frase? Vi siete chiesti chi eravate mentre la leggevate? Provate a chiedervelo ora ... per questo i libri sono un dono. Grazie Márquez.



A proposito di gabbie ... ma chi è chiuso in gabbia e chi sta fuori?

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