tag:blogger.com,1999:blog-2562938951065747251.post9096638590593496405..comments2013-10-08T23:33:12.387-07:00Comments on #Rifleggendo: Mauro Corona - Vajont: quelli del dopoleggiconhttp://www.blogger.com/profile/13699376510151740276noreply@blogger.comBlogger3125tag:blogger.com,1999:blog-2562938951065747251.post-5654728299609327032013-10-08T23:33:12.387-07:002013-10-08T23:33:12.387-07:00Sono passati tanti anni, quasi 50, ero piccolino m...Sono passati tanti anni, quasi 50, ero piccolino ma la memoria è ancora viva. E come non lo potrebbe essere difronte a quello che mi è apparso quando avevo solo 5 anni?<br />Tutte le estati la mia famiglia mi portava in vacanza in Val Zoldana, a Pecol.<br />Era l’estate del 1964 e viaggiavamo di notte in cuccetta, sul Roma – Calalzo. Alle prime luci dell’alba il controllore veniva a svegliarci, smontava le cuccette e noi, io e mio fratello, ci affacciavamo curiosi dal finestrino a scrutare il paesaggio. Quell’anno era diverso, c’era stata “l’alluvione del Vajont” avevamo sentito ma, probabilmente, non capito bene di cosa si trattasse.<br />Ad un certo punto la linea ferroviaria segue il letto del Piave, un fiume, ma non c’era più il fiume. Mi ricordo come fosse ora che stavo col naso appiccicato al vetro e guardavo quella massa d’acqua scura e piena di tronchi che scorreva lentamente come altrettanto lentamente avanzava il treno su quel binario appena ristabilito e forse ancora malfermo. Si andava avanti così fino alla stazione di Longarone. Stazione… una casupola messa in piedi in poco tempo con dentro giusto un bar per dare ristoro ai viaggiatori e ai pochi superstiti di quella tragedia. Lì ci aspettava appunto uno dei superstiti, salvato dal suo lavoro e, soprattutto, dal suo istinto “animale” che gli ha fatto comprendere appena in tempo quello che stava per succedere. Faceva il tassista portando villeggianti su e giù per le valli circostanti. E fu proprio questo che l’ha salvato, lui e la sua famiglia. Ci raccontò che erano giorni che incrociava animali selvatici che come impazziti gli attraversavano la strada. Nelle stalle le mucche strappavano le catene. Quella sera arrivato a casa prese tutto quello che poteva e se ne andò a rifugiarsi in montagna e così si salvò. Lo scenario che ci apparve era apocalittico, si faceva fatica ad immaginare che lì c’era una città piena di vita, era tutto raso al suolo tranne la parte più alta e qualche timido segno di ricostruzione. Dalle parole del nostro amico tassista traspariva tutto l’orrore di quella notte, il dolore e la rabbia dei long aronesi.<br />Oggi a distanza di tanti anni e quando posso, torno su alla diga e vedere quella ferita della montagna, quella collina che ora ha preso il posto del lago e faccio fatica ad immaginare quello che può essere stato quella notte e quello che può aver spinto l’uomo a sfidare la natura sapendo che quello che poi è successo non solo era prevedibile ma forse già previsto e nonostante ciò non ci si è fermati.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/00871839224689175867noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2562938951065747251.post-84388201781195267682013-10-08T23:17:02.615-07:002013-10-08T23:17:02.615-07:00Volevo dire che questo post è stato messo il 9 ott...Volevo dire che questo post è stato messo il 9 ottobre ma non so perché non mi cambia data. Migliorerò presto! Grazie a tutti.leggiconhttps://www.blogger.com/profile/13699376510151740276noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-2562938951065747251.post-6832662650806998142013-10-08T23:15:38.654-07:002013-10-08T23:15:38.654-07:00ciaociaoleggiconhttps://www.blogger.com/profile/13699376510151740276noreply@blogger.com